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L'intreccio PDF Stampa E-mail

L'intreccio è sicuramente tra quelle arti che l'uomo porta con se da epoche molto remote, sin dalla preistoria, si osa pensare. Non è difficile credere a tale tesi, in quanto rientra in quell'arte "del saper fare" che non richiede particolari strumenti, tecnologie o conoscenze, se non quelle acquisite dalla semplice osservazione della natura e dalla prassi.

La natura è il primo mastro e maestro di quell'uomo, che, osservando nidi, tane, radici, rampicanti, poteva scorgere l'inizio di quella che diverrà un'attività basilare per qualsiasi realtà a venire, fino all'epoca dell'industrializzazione e della plastica. Epoca quest'ultima, che comunque non è riuscita a cancellare il fascino dell'intreccio e dei suoi manufatti.

L'intreccio si sviluppa così nel soddisfare esigenze di diverso tipo, dalle ceste per le comunità contadine a quelle per le comunità montane, dalle corde agli ornamenti. Sempre più via via si va sviluppando sino a divenire di diritto "arte".

I materiali cambiano, al cambiare del territorio e delle esigenze, le tecniche cambiano in quanto si sviluppano autonomamente ed ecco allora una vasta gamma, non solo di cesti e intrecci, ma di colori, manici e trecce, che fanno da distinguo, a volte meramente ornamentale, altre pratico, tra un manufatto e un altro.

Dietro ad un canestro si nasconde un mondo, se non più d'uno. E' la storia di un territorio, delle sue risorse, delle genti che lo hanno vissuto, dei mestieri che vi si praticavano. Un libro di geografia e di storia insieme potrebbero non dire quello che dice un canestro, piuttosto che una bottiglia intrecciata o un ventaglio.

E' l'uomo che vive in totale simbiosi con la natura, che non la deturpa, che non la deruba, che prende quanto gli è dato e ne ricava gli strumenti atti a servire le esigenze comunitarie o familiari, laddove famiglia e comunità costituivano un tutt'uno.

La semplicità dei gesti, delle tecniche, dei materiali, dotano quest'arte di quel fascino che solo gli antichi mestieri possiedono, in quanto esprimono l'uomo come potenza creatrice e non distruttrice, l'uomo come parte del tutto e non come parte separata dal tutto, l'uomo e la dipendenza armonica con la natura che nulla gli nega.